
Tutto questo, rappresenta il lavoro standard, che è l'esempio lampante dello sfruttamento ai danni del cittadino in cui il mesiere è estinto e dove il mito del lavoro imperversa su tutto. Sulla tua vita a cui non dedichi più tempo. Sulle tue passioni. Sulle tue amicizie. Sui tuoi amori e sulle tue esigenze personali.
Sei costretto a lavorare per vivere, quindi ti trovi in una sorta di incubo di sopravvivenza non tanto differente da un lager nazista. Una buona fetta dei politici siedono sui banchi del parlamento per corrompere, ricattare e inciuciare, e danneggiando l'elettore cittadino, facendo in modo di farsi strapagare da egli stesso, quando invece meriterebbero di finire sotto i lavori forzati, quanto ai banchieri più spregiudicati quindi usurai, quanto ai responsabili di amministrazioni ed enti pubblici giunti a quelle posizioni grazie ad amicizie influenti.
Se l'intera popolazione italiana disertasse per tre mesi di seguito l'ambiente di lavoro, come segno di protesta, la classe dirigente, che vive grazie ad essa, si chinerebbe a chiedere scusa e renderebbe migliore il costo della vita e l'ambiente lavorativo in generale.
Perché coi tempi che corrono, se un affitto costa non meno di 700 euro, lo stipendio dovrebbe essere minimo di 3.500, e le ore lavorative giornaliere non più di cinnque, per, al massimo quattro giorni. Un modo questo, per combattere davvero la disoccupazione, e per lasciare tempo da vivere e dar fitao al cittadino comune. Il lavoro nobilita l'uomo? Beh, allora si constribuisca a renderlo umano il più possibile. Questa è una ipoteica soluzione.
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