lunedì 3 gennaio 2011

Ritorno alle origini

Recentemente, Papa Benedetto XVI, attraverso una sua dichiarazione, ha auspicato un lento ritorno alla cultura e civiltà contadina, in quanto il capitalismo, secondo egli stesso, avrebbe provocato sin troppe ingiustizie nel mondo, disgregazione e confuzione nelle famiglie. Non è la prima volta che questo Papa interviene su questi temi delicati, lo aveva fatto parlando a proposito della corruzione che vige in Italia, e che condannò come un male da estirpare. Se il Papa afferma questo, vuol dire che il capitalismo ha fallito, è giunto al capolinea e lo tengono in vita artificialmente come lo si fa attraverso l'accanimento terapeutico ai danni di una persona che non può più vivere autonomamente. Il capitalismo ci ha completamente mercificati, ha tolto ogni speranza, ha sottratto progetti, sentimenti, persino e soprattutto il tempo. Il tempo da dedicare a noi stessi, ai nostri amici, alla nostra famiglia e il tempo per pensare e restarcene in pace, perché in un mondo che corre e va sempre più veloce non esistono le pause, forse solamente per andare al bagno, dopo aver chiesto impunemente il permesso. Il capitalismo ha fatto sì che i vecchi vengano visti con ribrezzo e orrore da parte di una fetta consistente dei ragazzi odierni, che non riescono ad accettare che un giorno quella condizione toccherà anche a loro, e a furia di essere bombardati col mito del sempre giovane, si fa si che gli anziani stessi si lascino andare e vivano gli ultimi anni della propria vita in condizioni disumane, senza neppure ricevere un minimo di rispetto da parte altrui.
Il capitalismo ha mandato in rovina milioni di persone distruggendo gli antichi e più umili mestieri che poco tempo fa erano ancora presenti, per dare vita a un unico e lineare tipo di lavoro standard in cui la velocità fa da padrona. Col capitalismo c'è la competizione, quindi la qualità della vita è misera e scarsa, dove la cultura non può fare altro che morire e dare spazio a fenomeni di disperazioni quale l'alcolismo e la tossicodipendenza. Il nostro paese spaccato in due su diversi fronti ha come causa lo sviluppo tecnologico e il dominio del capitale, che ha portato nel nostro Paese la sparizione delle classi medie, dando vita al bipolarismo in perfetto stile made in Usa ricco/povero.
Col capitalismo le mafie s'intensificano, grazie al disordine che imperversa (il capitalismo è sinonimo di questo) in cui esse riescono a destreggiarsi in modo da sfuggire a qualsiasi tipo di controllo. In un mondo impazzito dove l'ignoranza fa da padrona, il male si propaga e si rafforza sulle spalle dei cittadini che vengono risucchiati nel gioco, e quei pochi che si salvano, sono costretti a vivere in un contesto che non gli appartiene, col risultato di ritrovarsi con le mani legate di fronte a una ipotetica soluzione da adottare in merito.
Un ritorno graduale alla cultura contadina invece, significherebbe ritorno a una vita quantomeno serena.
Una civiltà (quella contadina) che riporterebbe il ritorno all'attaccamento del nucleo familiare e alla comunità, che porterebbero l'allontamanento del nemico attuale: l'individualismo personale.
Un altro ulteriore passo verso il ritorno alle origini sarebbe quello di abbattere la democrazia rappresentativa che vige in italia, a favore di una lenta e controllabile democrazia diretta (argomento che tratteremo più avanti e che è inserito come punto nel manifesto dell'antimodernità sul sito di Movimentozero, che si riallaccia alle idee del giornalista e scrittore Massimo Fini).
Prima o poi il capitalismo cadrà, e con sè porterà nel suo vortice tutti coloro che per anni vi hanno marciato assieme, distruggendo e impoverendo sempre più le popolazioni più deboli, dichiarando inutili e barbare guerre che col pretesto sciocco di portare in quei paesi la democrazia, ha ucciso, distrutto e mutilato intere popolazioni, senza sapere che durante il suo operato, la provvidena osservava costantemente.

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