
E' uno come Daniele Luttazzi che nei suoi monologhi è tagliente, mai morbido e che non risparmia nessuno, infatti la televisione (soprattutto quella di Stato) se la scorda da anni. E per aver parlato di mafia durante la trasmissione Satyrycon, che nel 2001 andava in onda su Rai2 e che egli stesso conduceva, ricevette minacce, pedinamenti, e gli fu perfino messo il telefono sotto controllo.
Roberto Benigni è politicizzato e anche troppo. Facendo da spalla al Pd, in un modo o nell'altro gode di una copertura politica che non gli impedisce certo popolarità e spazio televisivo (i partiti politici controllano la tv di Stato e hanno le mani in pasta ovunque). Causa ulteriore della sua caduta artistica e personale, è il fatto di ostinarsi a far recitare nei suoi film la moglie Nicoletta Braschi, donna priva di grazia e istinto recitativo, in quanto persona fredda, glaciale, che non lascia alcuna emozione.
Era molto meglio il Benigni de Il piccolo diavolo, de Il mostro, di Johnny Stecchino, quando faceva ridere ed era certo più tagliente rispetto ad oggi, che, con la prerogativa di voler a tutti i costi fare l'impegnato e l'intellettuale, si è ritrovato orfano della sua anima spontanea e genuina di toscano quel è.
Si dice di lui che sia diventato una persona triste e piena di manie, cosa probabilmente dovuta al fatto di aver abbandonato la sua vera e umile personalità, per abbracciare il successo globale e calcare palcoscenici internazionali, divenendo complice dei giochi di potere della politica.
Purtroppo ogni scelta ha un prezzo, specialmente quelle più delicate, perciò se da una parte egli ha deciso di abbandonare se stesso per diventare una star, lo strasuccesso gli ha succhiato l'anima e la verve entusiasmante che, si nota benissimo, non è più quella di un tempo.
Ma non è mai troppo tardi, è possibile anche un ritorno ai propri passi. Chissà...Mai dire mai.
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