martedì 23 novembre 2010

Bruce Springsteen: Il canto e l'impegno del Boss italoamericano nato per correre

Dall'inizio degli anni '70 ha cominciato a pubblicare album, la maggior parte delle volte, curandone personalmente l'intera produzione, gli arrangiamenti e la direzione musicale.
Bruce Springsteen, assieme al mito del rock internazionale Bob Dylan, è un cantautore completo, musicista polistrumentista e compositore (suona la chitarra, l'armonica a bocca, piano tasiere e organo hammond, basso e batteria).
Intraprese la strada del rock classico e semplice, ispirandosi a Dylan stesso, esprimendosi come la figura di un menestrello che canta l'America dei poveri e degli ultimi, che vivono nei sobborghi delle grandi città della costa atlantica del New Englad come New York, Boston e Philadelphia. Le ballate che ha composto fin dagli esordi, sono sempre state varie e mai banali, in cui i brani spaziano da singole canzoni con chitarra e armonica, ed altre con l'insieme di più strumenti.
Non è etichettabile in un genere ben preciso, perché a seconda degli album e delle canzoni, ha svariato su vari fronti musicali, oltre che rock, nel blues, nel folk e nel country.
Nei primi anni '80 produce di propria tasca, un album che registra con un mini pista a casa sua, e che prende il titolo di Nebraska, i cui i testi sono cantati e accompagnati con il solo ausilio della chitarra e a volte, della solita armonica a bocca. Successivamente pubblica quello che si rivelerà il suo più grande Lp di successo e che prende il nome dalla canzone stessa: Born in the Usa. Un canto rivolto contro gli abusi del più forte sui deboli, contro la guerra in Vietman, e che Ronald Regan, utilizzandola impropriamente per la campagna elettorale presidenziale, creò delle incomprensioni a livello internazionale, convincendo alcuni che la canzone fosse un inno all'America, quando invece si trattava di una critica feroce per nulla scontata, nei confronti dei governi succedutisi e una difesa a tutela degli oppressi.
Ma dopo l'uscita di quel disco, e il seguente tour, il Boss, come viene chiamato, cadde in una forte depressione che coincise con la fine del suo primo matrimonio. Non sono bene chiare le cause di questo esaurimento nervoso, ma pare sia dovuto in parte al grande successo di pubblico e commerciale che lo colse di sorpresa trapultandolo nella mischia del successo internazionale in cui rimase intrappolato per diverso tempo. Infatti, decise di abbandonare la casa nel New Jersey dove viveva da anni, per trasferirsi in una villa hollywoodyana in California, dove continuò a comporre e produrre dischi di minore spessore musicale, in cui suonava tutti gli strumenti, che poi mixati insieme, facevano l'album stesso.
Col tempo riuscì a guarire tornando a una vita più umile, sposandosi una seconda volta e avendo dei figli da Patty Scialfa, anche lei musicista, che lo segue musicalmente durante le tournè con la leggendaria E Street Band, e con la quale decise di tornare a vivere tra le sue radici, nel nord est statunitense.
Successivamente vince un Oscar nel 1994, per la migliore canzone, composta appositamente per il film Philadelphia, la toccante "The streets of Philadelphia". Successivamente incide l'album semi acustico "The ghost of Tom Joad" il cui contenuto rievoca le condizioni di vita degli emigrati messicani che tentano di vercare il confine statunitense alla ricerca di una vita meno misera. Col tempo comincia a imbattersi in tour non regolari, ossia senza l'avallo di un disco da promuovere sempre e comunque accompagnato dalla storica band, ritrovando il successo premiato nel 2002, con "The rising", un concept album le cui canzoni fanno chiaro riferimento ai fatti accaduti l'11 settembre negli Usa.
Questa è la dimostrazione che il Boss c'è l'ha fatta, il successo e i soldi lo stavano risucchiando nel torpore mediatico, ma è riuscito a risalire la china e tornare se stesso, il ragazzo, l'uomo che è cresciuto in un ghetto metropolitano, dai cui bassifondi sono nate le sue ballate più autentiche.
Il suo aspetto è sempre rimasto tale, di come quando da ragazzo, impugnava la chitarra e suonava nei locali notturni delle metropoli, a suon di wisky e odore di cicche di sigarette e sigari tra i tavoli.
Non fa il giovane, è giovanile, il che è tutta un'altra cosa, visto che è genuino e da buon italo americano cresciuto nelle periferie, la sua radice l'ha mantenuta fino in fondo, secondo coscienza.
Lunga vita al Boss.

Nessun commento:

Posta un commento