sabato 27 novembre 2010

Ritratti: Sergio Leone "maestro silenzioso"

Rimane senza dubbio uno dei più grandi registi della storia del cinema mondiale. Nella sua vita ha diretto solo sette film, nei quali però, ha fornito sostanza e contenuti ineguagliabili come nessuno fin'ora ha mai saputo fare. Ha reso il Western un genere serio e di culto, mentre prima di lui, in quei film, i pistoleri venivano descritti come "bellocci", puliti  e sbarbati, sempre dalla parte della ragione, prendendo come esempio lampante il modello classico di John Wayne.
Lui invece no, ha raccontato la storia del far west in maniera esemplare, figurando storie di balordi alcolizzati pronti a tutto per lo corsa all'oro, dando ispirazione futura a pellicole quali "Balla coi lupi" di Kevin Costner e "Gli spietati" di Clint Eastwood, entrambi premiati con gli oscar a miglior film e regia, rispettivamente nel 1991 e 1993.
Sergio Leone, nato a Roma nel 1929, esordì dietro la macchina da presa con "Il colosso di Rodi" nel 1960, cui seguirono tre film che racchiundono la triologia del dollaro, rispettivamente "Per un pugno di dollari", "Per qualche dollaro in più" e "Il buono, il brutto, il cattivo", in cui spicca la figura di Eastwood divenendo grazie al regista una celebrità. Nelle sue pellicole, Leone si sofferma molto sull'espressioni dei protagonisti, e i dialoghi vengono misurati con cura al punto giusto, senza troppi eccessi di parole inutili. La musica è una presenza domninante all'interno delle pellicole, e la loro composizione, è tutt'oggi riconosciuta come strumento essenziale nelle opere stesse, a cura del maestro Ennio Morricone, che le dirigeva.
Seguirà negli anni, la triologia del tempo che comincia con "C'era una volta il west" del 1968 e "Giù la testa", 1970. Nel frattempo, il regista per più di dieci anni non dirige alcun film , senza però stare con le mani in mano, scrive e produce diverse sceneggiature di successo e si dedica alla stesura del soggetto di quel che resta il film più bello che ha diretto, oltre a un capolavoro da epopea internazionale, un pilastro della storia del  cinema, che prende il nome di "C'era una volta in America".
                              Poster C'era una volta in America
Per scrivere e impostare una sceneggiatura come quest'ultima, bisogna essere geniali e dediti a un lavoro figurativo senza pari, cosa che si nota mano a mano che il film scorre, in cui un'ondata di ricordi ed emozioni, si assorbono negli occhi, investendo emotivamente lo spettatore.
Leone morì a Roma nel 1989 a soli sessant'anni, per via di un infarto che lo colpì mentre si apprestava alla lavorazione di un film che sarebbe dovuto essere girato nella vecchia Unione Sovietica, in cui avrebbe raccontato una storia d'amore durante l'assalto di Stalingrado nella seconda guerra mondiale.
Un vero peccato che la sorte abbia tolto a noi tutti una figura come lui, che ci avbrebbe regalato ancora film alquanto significativi e da epopea. Rimangono solo tracce indelebili di ricordi, l'esempio serio del cinema che aveva dentro, e un'infinita ispirazione che ha fornito a registi come Quentin Tarantino e Stanley Kubric, che a detta loro, senza i suoi "insegnamenti", non sarebbero riusciti a girare alcuni film.
Ce ne fossero di registi come Sergio Leone al giorno d'oggi, cui noi tutti dovremmo inchinarci alla stazza di un semplice grande maestro.



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