martedì 30 novembre 2010

Manifestazioni in tutta Italia

Il Fatto del giorno
"studenti in piazza manifestano ed esplodono disordini, ma non è colpa della polizia"

Nella giornata di oggi, in molte città italiane, gli studenti hanno manifestato il proprio diritto di dissenso lecito, nei confronti del decreto che il governo ha attuato nei riguardi dell'istruzione pubblica.
Inutile sottolineare che sono scoppiati disordini in piazza tra manifestanti e forse dell'ordine, cosa che oramai è diventata consuetudine ogni qualvolta si decide pubblicamente e personalmente di esibire la propria contrarietà nei confronti di qualsiasi governo in carica che abusa del proprio potere che gestisce a suo piacimento, senza l'ascolto e il consenso di una consistente parte dei cittadini.
A Roma, per esempio, si è potuto constatare di trovarsi dinnanzi a una città blindata, ove i potenti uomini di "palazzo" erano rinchiusi a Montecitorio indisturbati di poter sbrigare i loro porci comodi senza contraddittorio (da loro tanto difeso e sostenuto), protetti dalle forze dell'ordine che formavano dei blocchi ai bordi della città, impedendo ai manifestanti la possibilità di accedere davanti alla Camera per fare ascoltare ai politici le voci di dissenso e di protesta. Il governo, così facendo, ha dimostrato di essere aggressivo nei confronti di coloro che rappresentano e da cui vengono stipendiati, una vergogna assoluta da parte di piccoli uomini che non hanno a cuore il benché minimo rispetto nei confronti del paese quale rappresentano, dando conferma di non essere degni di rappresentare le istituzioni che tanto a parole elogiano, ma che in sostanza ne abusano a proprio piacimento per trarne benefici di potere e celebrità.
Che fra i manifestanti ci fossero i classici "figli di papà" che per moda e fare gli anticonformisti a tutti i costi per dispetto nei confronti dei loro genitori è probabile, ma la maggior parte di essi sono e restano una fetta di cittadini desiderosi solamente di una condizione scolastica migliore e meritocratica. Solo che non trovo giusto prendersela con le forze dell'ordine, i quali con un misero stipendio, essendo sotto il governo, devono eseguire gli ordini che esso gli impone. Per ciò, se gli viene ordinato di blindare la città, sono costretti a farlo senza obiezioni, visto che hanno posto un giuramento di obbedienza alle istituzioni che li comanda. Sprovvisti di un sindacato vero e serio che li rappresenta, se dovessero disubbidire agli ordini dei superiori andrebbero incontro a pene molto severe, rischiando forse, di finire a Gaeta "cornuti e mazziati". Troppo facile prendersela coi poliziotti, sono poveri anche loro, e come pedine vengono gestite a piacimento dagli organi competenti senza potersi sottrarre. La polizia tutta, dipende dal Ministero degli interni e quindi dall'esecutivo di turno che siede al governo in un determinato momento. Il fatto rilevante è che manifestanti e polizia, scontrandosi, fanno il gioco degli uomini del palazzo che alle loro spalle se la ridono. Entrambi gli schieramenti, dovrebbero capire che scontrandosi fra loro, il tema principale della protesta viene messo in secondo piano, per far spazio alla notizia dei disordini, in modo tale che il governo si lavi le mani per del problema per l'ennesima volta, distraendo l'opinione pubblica , facendola concentrare e dirottare verso un problema da loro appositamente creato "sottobanco" e messo all'opera in maniera perfetta: poliziotti e cittadni sfruttati, anche se in modo diverso, alla stessa maniera.
Da rilevare inoltre la dichiarazione del sindaco di Torino Chiamparino che si è lamentato dei disordini e degli stop che la città ha subito, per l'occupazione delle strade e delle stazioni, quando invece secondo il mio modesto parre, dovrebbe appoggiare proprio questo atteggiamento. Aggiungo personalmente che se tutti i giorni, per un mese intero, studenti e lavoratori occupassero i binari delle stazioni e disertassero il lavoro, sarebbero atti giusti e doverosi che cadrebbero per primo non sulle loro spalle, ma su quelle dei nostri parlamentari e governanti, che sarebbero costretti ad ascoltare il cittadino perché intimoriti da esso. Ed è proprio questo che dovrebbe succedere, sicché stipendiati dal cittadino cui sono dipendenti, le istituzioni dovrebbero rispondere alle esigenze nostre e non a quelle di loro stesse. Per questo motivo, unirsi tutti pacificamente sarebbe giusto e lecito, che i cittadini tutti e le forze di polizia si unissero in un abbraccio forte e spontaneo, per cui sarebbe bello poter dire tutti insieme: viva i manifestanti, viva la polizia italiana.

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