lunedì 22 novembre 2010

Ritratti: Beppe Grillo

Negli ultimi anni, soprattutto, ha dedicato anima e cuore, oltre che professione, alla lotta civile contro il sistema corrotto italiano. Comunica attraverso i suoi spettacoli nei Palasport d'Italia, e la rete, dove gestisce un blog, che risulta essere uno dei più cliccati d'Europa. Beppe Grillo, è un genovese purosangue, che ha debuttato alla fine degli anni 70 grazie anche a Pippo Baudo che lo fece scritturare ed esordire in Tv, dopo averlo colpito.
Per quasi tutto l'arco degli anni 80 condusse e partceipò come ospite a svariate trasmissioni Rai, finché venne emarginato dalla direzione, dopo la famosa battuta indirizzata alla nuova classe dirigente socialista di quegli anni (Craxi e Martelli). Se si consdera che l'allora presidente Rai, fosse Enrico Manca, socialista più volte ministro, iscritto e tesserato alla P2 di Licio Gelli si capisce tutto. Da lì in poi, scomparve dalla televisione pubblica, e per lavorare fu costretto a inscenare spettacoli attraverso le piazze o palchi teatrali. Dopo Mani Pulite, il Parlamaneto, sotto pressione dell'opinione pubblica, decise di strappare la Rai al controllo dei partiti (cosa che oggi è tornata a essere), e di nominare i suoi vertici attraverso le consultazioni dei Presidenti di Camera e Senato. Allora, vennero messi a capo dell'azienda dei professori e dei filosofi che cercarono di risanare i bilanci e fare una televisione educativa e d'informazione, tant'è che Grillo venne chiamato a condurre due serate in prima serata, in diretta, fra l'altro. Poi arrivò Berlusconi, che col Polo e Forza Italia vinse l'elezioni politiche nel 94, che una volta varato il Governo,  fece di tutto per rimpiazzare i vertici Rai, mettendo a disposizione i suoi uomini di fiducia, col risultato di ritrovarci una televisione monopolizzata, in cui Grillo per l'ennesima volta dovette fare le valige.
Dopo una parentesi sulla pay tv Telepiù, tornò a fare serate nei teatri e Palasport, su inquinamento, corruzione, politica fino a creare quasi un movimento divenendo lui un punto di riferimento totale agli occhi di chi è scontento della situazione socio culturale politica in Italia.
Dice cose vere e serie Beppe Grillo. Certo, è un cominco le cui battute, lo ammetto, a volte risultano eccessive, ma abbraccia delle battaglie, una su tutte, sulla legalità che stanno a cuore a millioni di persone, e al sottoscritto. Il fatto che il centro destra attuale non lo stimi è cosa da poco, perché la cosa più importante e significativa è che soprattutto il centro sinistra vede lui come una minaccia, e/o un guappo da intrattenimento.
Questa è invece la cosa più importante, perché è il centro sinistra, che dal 1996 in poi, complice i suoi leader, non hanno azzeccato una soluzione al riguardo da intraprendere sul fronte della cura del paese.
Anzi, ha fatto anche dei danni, come quando nel 1997 sotto l'Ulivo, venne approvata la legge che diminuiva la scorta,e in alcuni casi la toglieva ai magistrati che indagavano sui reati di mafia. Hanno inoltre depenalizzato reati quali la raccomandazione, hanno creato la commissione bicamerale in cui by partisan avrebbero voluto cambiare tutta la seconda parte della Costituzione nella parte che riguarda la giustizia nei punti salienti.
Questa è la paura che Grillo fa, ed io personalmente, lo colgo come un buon segno, nonostante non straveda particolarmente per lui, e non lo appoggi in tutto e per tutto. Mitizzarlo sarebbe sbagliato, ascoltarlo e dibattere assieme a lui, e muovergli delle critiche per alcuni suoi atteggiamenti è lecito. Un esempio su tutti, quando disse che i giornali non sarebbero dovuti più uscire tramite carta stampata, cosa che non mi trovò concorde, o quando con qualche battutta eccessa, critica esageratamente l'aspetto fisico di una persona.
Una parte dell'elettorato di sinistra non lo sopporta e lo considera l'artecice di alcune sconfitte, una su tutte, quella della mancata elezone del candidato Pd alla guida della regione Piemonte, in cui gli si addosa la colpa di aver fatto perdere i voti col suo movimento a cinque stelle che si era presentato alle regionali separatamente.
Questa sarebbe la colpa secondo alcuni? Siamo sicuri che sia di Grillo invece che i leader del Pd stesso che hanno stancato con le solite parole pre elezione? Un esempio concreto fa capire meglio la situazione.
Nel 2008 la città di Roma è stata chiamata a eleggere il sindato, da una parte Gianni Alemanno, Pdl, dall'altra Francesco Rutelli ,Pd, col risultato del trionfo dell'ex di An. Questo perché si è appurato, tramite loro confessioni, che alcuni sostenitori del centro sinistra, stanchi delle solite facce e promesse, abbiano voluto dargli una lezione, e per ripicca votato il candidato opposto, con la motivazione che un candidato valesse l'altro. Non è questione di qualunquismo, perché sempre di più elettori del Pd stanno perdendo fiducia e mano a mano si staccano da esso, e quelli rimasti lo votano per mancanza di alternativa concreta.
Una dimostrazione e una conferma su tutto, la vittoria delle primarie nel centrosinistra per la candidatura a sindaco di milano, da parte di un esponente di Sinistra e libertà contro uno del Pd. Qualunquismo o conseguenza di dati di fatto? Come disse otto anni fa in Piazza San Giovanni a Roma il regista Nanni Moretti, durante la manifestazione dei girotondi: "Il centrosinistra, con questa dirigenza non vincerà mai". E così è stato e le poche volte che ha vinto è dovuto andare a pregare Prodi, per poi farlo cadere due volte di seguito.
Se Beppe Grillo contribuirà, anche in minima parte, a far lasciare la poltrona agli attuali dirigenti del Pd e rimpiazzarli da meritevoli facce nuove, è solo un bene. La politically correct mielosa, spocchiosa e snob sinistroide pare abbia stancato, e sarebbe ora di staccare la spina e sganciare la lavatrice, le lavatrici.

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