sabato 27 novembre 2010

Sempre più a sinistra

Mi tornano alla mente in questo ultimo periodo, le manifestazioni del 2002 organizzate dai girotondi, in cui si protestava pacificamente a favore della giustizia e pari diritti nel nostro paese.Da non scordare ad esempio quella svoltasi nel febbraio dello stesso anno al Palavobis di Milano per la ricorrenza del decennale dell'inchiesta giudiziaria "Mani Pulite". Liberi e onesti cittadini si sono lì ritrovati pacificamente, per dare sostegno e appoggio a quella "causa" civile per far capire quanto gli stesse a cuore un principio fondamentale: che la legge è uguale per tutti.
Ovviamente non poteva mancare il commento negativo del "solito" leader Maximo (Massimo D'Alema) che sottolineò: " Non si festeggiano le manette", facendo finta di non sapere che quella fosse una manifestazione a tutela dell'inchiesta, visto che gli anni di tangentopoli vengono continuamente bollati (dai centri del potere), come una sorta di accanimento giudiziario illegittimo, con lo scopo di rovesciare una classe politica e partitocratica. Mentre in realtà, si trattava semplicemente di un'inchiesta legittima e pulita, contro un sistema politico corrotto e affaristico, che gravava proprio sulle spalle dei tanti cittadini onesti, che pagavano conseguenze per l'insieme di affari loschi attuati da diversi uomini delle istituzioni che rappresentavano.
La sinistra partitica italiana, per la maggiore, non riesce a tollerare proprio che il libero cittadino manifesti il desiderio e la voglia di giustizia in questo paese, e si sentono quasi scavalcati e spodestati quando qualcuno( meglio di loro) gli fa notare gratuitamente quale dovrebbe essere il lavoro che loro stessi dovrebbero svolgere, azichè sedersi fra i banchi del Senato o della Camera a fare "inciuci" e pubbliche relazioni tra loro.
Massimo D'Alema, ne è l'esempio lampante, il quale, ha trattato ripetutamente col Cavaliere e i suoi uomini di fiducia alla fine degli anni novanta, per stravolgere la Costituzione nelle parti salienti e delicate riguardanti la giustizia, attraverso l'inciucio palese e abominevole della seconda Repubblica qual è stata la commissione bicamerale, presieduta da D'Alema stesso, con l'avvallo e il sostegno dell'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Anna Finocchiaro non è da meno. Oggi capogruppo del PD al Senato, corse a baciare il collega Renato Schifani (assai chiacchierato per alcune sue strane frequentazioni passate) al momento della nomina a Presidente della del Senato. Nel 2008, fallì, perdendo vistosamente, la poltrona come governatore della Sicilia, in cui, senza l'auspicio delle primarie, venne candidata al posto di Rita Borsellino, la quale, qualche anno prima, raggiunse un risultato assai migliore. Molto potente la senatrice Finocchiaro, permalosa quanto irascibile a qualsiasi critica, anche bonaria, che le viene mossa, e si ha la riprova nel vederla diventare rossa infuocata quando avvengono queste cose. Ancora da capire come mai all'interno del suo l'ufficio stampa, durante la campagna elettorale per la corsa a governatore della Sicilia, figurasse una persona condannata e poi prescritta per il reato di voto di scambio come Salvo Nandò.
                                                              
Il leader Maximo anch'egli, non è il solo a mostrare attegiamenti ambigui quanto inquietanti, ne si ha la dimostrazione quando, nel 2006, mandò alcuni suoi uomini di fiducia a parlare con il senatore Marcello Dell'Utri, all'epoca condannato a 9 in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, per chiedere l'appoggio del suo partito, all'epoca Forza Italia, in caso si fosse candidato alla Presidenza della Repubblica.
E' davvero molto strano, vien da chiedersi, come Finocchiaro e D'alema mostrino "sofferenza"  nei confronti della piazza pacifica che manifesta a favore delle legalità. La risposta forse sta nel fatto che proprio loro sono andati a trattare con personaggi alquanto chiacchierati e poco trasparenti da questo punto di vista, perciò è normale che vedano nel libero cittadino una minaccia costante nei confronti dei loro privilegi e comportamenti.
La scorsa estate durante una delle tante feste del PD, era stato invitato il presidente del Senato Schifani come ospite, quando un'intera folla di partecipanti lo fischiò insistentemente impedendogli di prendere parola. Codesto, è un diritto sacrosanto di tutti e perciò va rispettato, ma i "contestaori" hanno avuto il coraggio, (dato dal malessere e dalla stanchezza) di non venire ulteriormente presii giro, rifiutandosi di ascoltare le solite consuete parole di circostanza retorica cui il Presedente Schifani da sempre ha abituato, con la costanza e meticolosità di sottrarsi su alcuni interrogativi che riguardano la sua persona in base a "strane" frequentazioni che in passato, è certificato, ha avuto. La gente stanca, per una volta, si è sottratta all'ennesima sottomissione del potente di turno che parla parla e sostiene che vuole il bene del paese, quando in realtà dimostra il contrario, dato che si riufiuta audacemente di fare luce sul suo passato e ripondere a domande serie. Uno dei suoi doveri nei confronti dei cittadini è quello di mostrare trasparenza assoluta visto che ricopre un incarico pubblico di elevata delicatezza.
                                                         
Un discorso a parte invece, merita la negazione che gli studenti dell'università La Sapienza di Roma hanno riservato nei confronti del Papa che nel 2007 voleva parlare all'ateneo, cosa che ho ritenuto sciocca e priva di senso, visto che il Pontefice non ha paura di dimostrare le sue osservazioni, (anche se la chiesa ed egli stesso interferiscono da sempre sul Parlamento e l'esecutivo) e Benedetto XVI fin'ora non ha mai dato segni di non rispettare i cittadini.
Dopo la contestazione a Schifani, come logco, i leader del PD, da manuale, criticarono aspramente i contestatori, dimostrando ancora una volta di non avere rispetto per chi li sostiene, gli concede il voto e li stipendia.
E' l'ennesima conferma che alcuni massimi dirigenti democratici (si fa per dire) della sinistra italiana, non solo non hanno rispetto dei cittadini, ma nemmeno di se stessi, che si spalleggiano e difendono a vicenda facendo ovviamente squadra. Non hanno neppure il coraggio di ammettere che la televisione pubblica, la Rai, è in mano anche a loro, perciò quando un dibattito televisivo non gli sta bene, sarebbe quantomeno onesto dire; "non voglio che quel programma vada in onda perché a me che sono uno dei padroni della Rai non piace".
Questa è la sinistra rappresentativa di oggi, ed è un peccato vero che siano al comando determinati personaggi, che coi loro atteggiamenti, privano l'ascesa di uomini che a differenza loro, rispettano i cittadini, quindi loro stessi per primi, e si battono per la legalità di un paese più civile (Nando Dalla Chiesa e Claudio Fava per fare un esempio).
Del resto come si dice: "Il potere logora chi non c'è l'ha", perciò è bene conservarlo, non si sa mai, cosa che i leader di questa sinistra hanno bene imparato a fare.

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