giovedì 18 novembre 2010

L'istruzione in Italia: un miraggio tra sogno e realtà

 

La crisi che ha investito il nostro paese si è stesa su diversi settori, uno di questi, l'istruzione.
Che in Italia il tasso di analfabetismo sia elevato, è purtroppo una realtà. Basterebbe andare, muniti di telecamera, in una piazza di un qualsiasi centro cittadino e porre semplici domande agli adolescenti, quali: "Cos'è la Costituzione? Quanti rami ha il Parlamento? Chi è il Presidente della Repubblica?" e verificheremo che la maggior parte di essi non saprebbe dare una risposta chiara, oppure se la dovesse dare, risulterebbe piena di confusione.
La scuola italiana, del resto, vive un momento drammatico, coi continui tagli alle spese, a favore spesso, degli istituti privati. L'istruzione invece è un bene di tutti, per tutti, dovrebbe essere pubblica al 99%, e siccome il diritto allo studio è ancora vigente, bisognerebbe fare qualcosa per colmare le numerose lacune che hanno atterrito il settore. Che debbano esistere istituti privati sono d'accordo, solo che non dovrebbero disporre di nessun aiuto da parte dello Stato, ma dei soli privati, in modo tale che esso (lo Stato) si concentri pienamente su quella statale, risanando i bilanci, garantendo a chiunque (poveri e ricchi) iscrizioni completamente gratuite, così come per i libri di testo.
Per favorire la cultura, la scuola necessiterebbe di alcune riforme: per esempio, una su tutte, quella di estendere la scuola dell'obbligo fino alla quinta superiore. Dopodiché prendere come spunto, una soluzione ancora più importante: l'abolizione di vari istituti tecnico professionali, a favore di un liceo comune per tutti, che comprenda materie di ogni tipo (scientifiche e umanistiche), in modo tale da fornire allo studente una solida preparazione una volta acquisito il diploma, aprendogli le porte verso qualsiasi facoltà da intraprendere all'università, senza alcuna remura verso una rispetto all'altra. Il latino dovrebbe essere una lingua obbligatoria da studiare a partire dalle scuole medie inferiori, e sicuramente la materia più importante, che è la storia, dovrebbe avere maggiore spazio su tutte, perché è grazie ad essa, che assimilando fatti passati, riusciamo a comprendere bene il presente e farci un'idea sulle cose, creandoci una coscienza tutta nostra.
Forse, solo in questo modo, con una solida cultura civica alla "radice", il numero dei semi analfabeti si abbasserebbe notevolmente. Basterebbe poco, davvero poco.

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