lunedì 8 novembre 2010

Nessun orgoglio, è solo un modo d'essere

               
In questi giorni ricorre il trentacinquesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini.
Non voglio soffermarmi nel descrivere le modalità, nè i motivi per i quali venne ammazzato la notte del 2 novembre 1975 sul litorale di Ostia. Bensì, mi interessa soffermarmi sul Pasolini uomo, scrittore, poeta e omosessuale. Dalle interviste che nel corso della sua vita ha lasciato è sempre apparso come un uomo che sapeva il fatto suo. Educato, ironico, ma anche molto deciso sulle sue idee e osservazioni che esprimeva in modo chiaro, semplice, impeccabile. Nonostante vantasse una vasta cultura, dava l'idea di un uomo senza la puzza sotto il naso, cosa che se fosse ancora vivo parrebbe strano, dato che gli "intellettuali" d'oggi sono spocchiosi e se la tirano più che mai. Pasolini era anche omosessuale dichiarato, solo che a differenza dei tanti d'oggi, non ne faceva un vanto o un oroglio, ma una semplice scelta, un modo d'essere in base a un gusto che aveva. Non mi è mai parso di leggere o vedere lo scrittore cimentarsi in manifestazioni tipo Gay Pride ad urlare la propria omosessualità come invece spesso si fa in questi casi.
Credo che essere omosessuali sia una scelta dettata dall'istinto che è in ognuno di noi, ma mi fa specie che molti Gay partecipino a questi tipi di bagarre, in cui appare più l'esibizione che i diritti civili tanto lamentati e che in realtà hanno a tutti gli effetti.
Ne ha dimostrazione la spiacevole battuta che il Premier in questi giorni ha espresso, sostenendo che sia meglio amare le donne che essere gay, cosa ha scatenato un putiferio di reazioni continue da varie parti, chiedendo che si scusasse pubblicamente nei loro confronti.
Se così fosse, se fossero davvero discriminati, tutto quel polverone by partisan a difesa dei medesimi non sarebbe scoppiato, se così fosse non sarebbero in televisione, molti dei quali opinionisti fissi di alcune trasmissioni. Se ancora così fosse, i film di Almodovar o Ozpetek non sarebbero così tanto, fin troppo acclamati nel nostro paese. Il premier ha fatto una delle sue solite battute che poteva risparmiarsi tranquillamente, ma alla fin fine non ha fatto nulla di male, non ha neppure discriminato nessuno. Se lui crede che amare le donne sia meglio che essere gay, è una sua opinione, e tale rimane nel bene e nel male.
Pasolini in conclusione, come tanti altri omossessuali d'oggi, non sentiva affatto il bisogno di urlare i propri gusti in modo eclatante, ritenendo che essere gay non fosse in alcun modo un orgoglio, ma un semplice gusto personale, un modo d'essere.

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