giovedì 30 dicembre 2010

Fantasmi del passato


Ieri, il Presidente del Brasile Lula ha negato l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, latitante  pluriomicida, e condannato in via definitiva all'ergastolo. Ma ciò cui tengo soffermarmi, riguarda in particolare la figura del pregiudicato Battisti. Da giovane facendo parte del Pac (Proletari armati per il comunismo) si prese la briga di fare rapine e commettere omicidi in nome della giustizia proletaria, quando invece diede modo e conferma di essere solo ed esclusivamente uno spietato assassino pronto a tutto,  contribuendo a far finire a vita su di  una sedia a rotelle, il figlio di un gioielliere che egli stesso uccise, il cui ragazzo all'epoca dei fatti venne ferito durante il conflitto a fuoco tra il padre e il Battisti stesso. Grazie alla latitanza, Battisti nel frattempo è diventato uno scrittore di noir anziché dattilografo di lettere che fra le sbarre di un carcere imploravano il perdono e le scuse allo Stato Italiano e soprattutto ai parenti delle vittime degli omicidi da lui stesso commessi.
Il personaggio in sé ricorda un certo Achille Lollo, membro ai tempi degli anni '70 di Potere Operaio, periodo in cui la moda esigeva e rendeva figo coloro che si apprestavano a giocare a fare i rivoluzionari.
Lollo, assieme ad altri appicò il fuoco davanti alla porta di un condominio situato alla periferia di Roma dove viveva la famiglia Mattei, nota famiglia di fede fascista, il cui capo famiglia era il segretario della sezione di zona dell'Msi. Attraverso una tanica di benzina versata sotto lo spiraglio della porta di casa, le fiamme divamparono in tutto l'appartamento. La numerosa famiglia però riuscì a salvarsi in parte, dopo essersi calata giù dalla finestra, tranne due figli, uno di ventidue e l'altro di otto anni, che rimasero carbonizzati dalle fiamme dell'incendio sul davanzale di casa dinnanzi a una folla dell'intero quartiere di Roma dove vivevano. Una scena orribile, in cui gli abitanti urlavano loro di buttarsi giù per salvarsi. Una morte orrenda e sofferta, per opera di alcuni stupidi e viziati ragazzi che si sono trasformati in assasini per il semplice gusto di fare i rivoluzionari della situazione, andando a colpire una famiglia povera di una borgata romana. Una famiglia onesta, con l'unica colpa di essere simpatizzanti del Movimento Sociale Italiano, che i veri comunisti della zona identificarono come brava gente che non meritava una disgrazia simile, come non la merita nessuno. Perché nella vita si può essere amici anche se uno è comunista e l'altro è fascista, perché l'amicizia va oltre le idee politiche, è un affetto, un aiutarsi l'uno con l'altro dove la fede politica non c'entra. La strage prese il nome di  rogo di Primavalle, quartiere popolare di Roma.
Achille Lollo oggi vive in Brasile impunito, prima da latitante e oggi grazie alla prescrizione è un uomo libero a tutti gli effetti. E anche se è vecchio, rimane comunque un assassino che per il suo crimine dovrebbe pagare come dovrebbe in questo caso Battisti, perché ciò che hanno commesso sono delitti efferati con il solo scopo di distruggere delle famiglie intere. Si dice spesso che i reati consumati durante gli anni di piombo vadano amnistiati perché il periodo era così. Ma così in che senso? Sono stati commessi delitti atroci, e il fatto che siano stati svolti in determinati anni non è né una giustificazione né un permesso di condono, perché altrimenti, adottando una scusa simile, in nome della depressione che si ha, uno potrebbe tagliare la gola a chi gli sta antipatico senza venir perseguito e dire: "Beh poverino, è depresso, bisogna capirlo, ha ucciso per tristezza". Stesso discorso vale per Battisti, delinquente assassino nelle cui foto attuali sorride quasi a voler sfottere anziché vergognarsi della persona che è: un barbaro assassino che ha commesso dei reati gravi, e che per questo non va aiutato a sfuggire alle pene che deve scontare, ma esservi condotto perché nella vita l'ha fatta anche troppo franca .
Non è giustizialismo, ma senso civile.

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