giovedì 2 dicembre 2010

Riguardo e tatto per Mario Monicelli

Nella giornata di ieri, alla Camera dei Deputati, si è cosumata l'ennesima inutile bagarre strumentale ad opera di due parlamentari donna: Rita Bernardini (radicale nel gruppo del Pd) e Paola Binetti (Udc) in cui la vittima designata era il regista morto due gorni prima Mario Monicelli.
Dopo un discorso di Walter Veltroni che ne ha ricordato la figura, omaggiandolo più volte, la deputata radicale ha preso la palla al balzo ed ha proseguito il discorso spostandolo verso il gesto suicida del regista per sollevare un dibattito sull'eutanasia, cui ha risposto prontamente la collega ex Pd Binetti, sostenendo che fosse inammissibile sponsorizzare la dolce morte (come viene chiamata) approfittando del gesto disperato di un uomo giunto a ciò, perché lasciato solo, privato dall'affetto della famiglia. Tutto questo accadeva mentre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita alla camera ardente, alla Casa del cinema di Roma, dove la salma del regista era stata deposta al pubblico, fece un breve commento elogiativo riconoscendogli grandi capacità lavorative e saggezza umana, sottolineando con una semplice battuta, che il gesto suicida del regista fosse da solo rispettare.
Credo che entrambe le deputate avrebbero fatto meglio a starsene in silenzio, invece che comportarsi in modo poco corretto nei confronti del regista, speculando audacemente su di un fatto personale e privato che non le riguardava, per dar libero sfogo alle loro discordie. Si stava omaggiando la figura di un pezzo d'Italia, era quindi un momento di lutto per tutti, invece coi loro interventi fuori tema hanno letteralmente caplestato la sua persona anche da morto. Mi chiedo: Il tema dell'eutanasia cosa centrava con Monicelli? E la "sua" disperazione solitaria, sostenuta dalla Binetti, cosa importava? Saranno fatti personali della famiglia e del regista stesso, oppure no?
Il Palazzo, se tanto desidera dibattere su argomenti quali l'eutanasia, lo facesse senza approfittarsi dei drammi personali delle persone, soprattutto perché Monicelli, con loro, non aveva e soprattutto non voleva averci niente a che fare. Lo si lasci riposare in santa pace e che se ne porti rispetto e riguardo, ma soprattutto che venga ricordato come regista e come uomo, senza ferirlo da morto, più di quanto non lo fosse già negli ultimi atti della sua vita.

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