sabato 4 dicembre 2010

Milano capitale del male

L'impero

Milano galleggia in seduta stante china su se stessa, ricoperta da un alone di nuvole fitte di bassa pressione, sotto cui riverita, gestisce una rete fitta di flussi di denaro dentro la gobba, nella cui sacca copre e nasconde i suoi spostamenti, a discapito di chi cammina a testa alta nella tela del ragno che si è cucita apposta, in cui non resta altro che invocare una voglia di pioggia.
Questa città è la capitale nel nord Italia delle mafie. Il denaro delle cosche proveniente da illecito, viene depositato in alcune banche che prontamente si mettono all'opera per pulirlo, in modo tale da poter farlo fruttare, una volta portata a termine l'operazione, attraverso investimenti che riguardano l'edilizia in primis.
Come sostenne nel maggio del 1992 il giudice Paolo Borsellino in un'intervista, già dalla metà degli anni '70, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa,  per cui, aggiungo, col passare del tempo attraverso diverse agevolazioni che le consentivano il lascia passare, si è potuta allargare ed arricchire mettendo le mani nelle gare d'appalto che riguardano la costruzione delle opere pubbliche in generale.
Diverse sono state negli anni le inchieste che la magistratura ha aperto riguardante la presenza del fenomeno mafioso nella città, e tutt'ora ve ne sono in corso riguardante il connubio mafia e appalti pubblici.
Ma oggi Cosa Nostra non è più l'associazione principale che ha le mani in pasta nella città, il ruolo dominante è stato assunto dalla n'drangheta calabrese, che in alcuni comuni dell'hinterland ha un vasto dominio e controllo sul territorio, come ad esempio nel comune di Buccinasco, che viene soprannominata la Platì del nord. Quest'inversione di rotta probabilmente è dovuta al fatto che dopo le stragi di mafia del '92 '93 le forze dell'ordine e la magistratura misero sotto torchio Cosa Nostra concentrandosi su di essa in modo sostanzioso, cosa che ha purtroppo distolto l'attenzione verso la n'drangheta che ha potuto nel frattempo evolversi sul territorio quasi indisturbata.
Quando una città è infestata dalla criminalità sia finanziaria che delinquenzale di strada, essa diventa paludosa e triste, opaca nel viverla e nella vita della gente che se la guardi bene negli occhi ti accorgi che ha paura perché spaventata. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina è un problema importante e serio che va sicuramente approfondito meglio, ma che nella città è costante e merita quantomeno un cenno.
I clandestini più disperati e bisognosi di soldi per campare, sono disposti a tutto pur di sopravvivere, per questo vengono assunti dalle associazioni criminali per lo spaccio della droga. Attraverso alcuni canali fa affari con le mafie internazionali degli ex stati comunisti dell'est nel traffico delle armi e della prostituzione. I proventi di questo denaro vengono di conseguenza consegnati a banchieri di fiducia, i quali provvedono a ripulirli per poi farli investire nelle imprese che le mafia crea e gestisce per l'acquisto di macchinari vari, oppure di locali quali le discoteche. Il denaro sporco viene quindi ripulito tramite banca e poi investito in operazioni apparentemente pulite. Le gare d'appalto truccate, che favoriscono la vittoria già in partenza di quelle imprese, avvengono non senza l'avallo dei loro uomini introdotti nella politica locale e nazionale in alcuni posti chiave. Proprio per questo, poco tempo fa alcuni cittadini e politici milanesi proposero di insediare nel comune della città una commissione antimafia che monitorasse i lavori per L'EXPO del 2015 che spetterà proprio a Milano, e che per le mafie è un affare ghiotto, ma purtroppo a tale richiesta venne risposto picche e non se ne fece nulla.
Possiamo quindi ipotizzare che nella città ci siano per lo meno tre livelli criminali che hanno diverse funzioni: il primo riguarda lo spaccio e l'estorsioni, lo sfruttamento della prostituzione ecc ecc, il secondo sono quei banchieri che ripuliscono il denaro illecito, e il terzo è composto dai referenti politici.
Una sorta di triangolo si suppone, nel quale ogni cosa lecita viene catturata e intrappolata in partenza grazie a uomini "giusti" nei posti chiave.
Tutto ciò ha un peso notevole sull'economia e la struttura sociale della città. La Milano onesta, che è in netta maggioranza, in questo contesto perde in partenza perché emarginata, repressa e si lascia andare visto che non è organizzata a differenza delle associazioni criminali, che sono inferiori di numero, se presi singolarmente, ma a differenza loro, sono ben organizzati.
Disponendo quindi di enormi quantità di denaro ripulito, la criminalità organizzata può investirlo anche in borsa, il che vuol significare che può avere accesso, partecipazione e controllo in diversi settori della vita pubblica e privata, condizionando alcune scelte importanti. Facciamo un esempio semplice: se codesta possiede un minimo controllo sulla pubblicità, può gestirla a suo piacimiento (anche attraverso la corruzione) per gettare messaggi di mercato e di costumi dannosi alla polopazione, soprattutto ai giovani. Queste, si possono tranquillamente denominarle "armi di distrazioni di massa". Vediamo come possono essere sapientemente adottate. Se si decide di distrarre l'opinione pubblica dall'attenzione degli sporchi affari che le mafie gestiscono, attraverso una bombardante pubblicità che inculca la moda dell'apparire, il bisogno del capo firmato e dei locali alla moda per vivere, prima o poi un risultato positivo lo si ottiene, in modo tale da avere intere masse di giovani zombie rincoglioniti che fanno uso di sostanze stupefacenti, quali cocaina, mandandogli in pappa il cervello. Perciò, il fatto che i giovani venerino personaggio quali Corona e Lele Mora per loro è solo un bene, significa che i ragazzi sono privi di una coscienza personale e di una cultura. Del resto se la pubblicità auspicasse ai giovani la lettura di Pasolini supponiamo, e come miti da seguire invece che i milanesi alla Corona e Mora, sponsorizzassero Dario Fo ed Enzo Jannacci, la mafia stessa andrebbe incontro a difficoltà serie per quanto riguarda la gestione dei propri loschi affari, perché si troverebbe di fronte a una società colta e quindi pronta a rispondere a qualsiasi evenienza sul piano etico morale e giuridico dei comportamenti collettivi.
Milano col tempo è divenuta una città imperiale. Imperiale perché detiene il potere economico e amministrativo delle mafie e giorno per giorno macchia col sangue sparso delle vittime il suo potere sempre più devastante sul territorio grazie ai suoi appoggi finanziari e politici, che come vampiri prosciugano l'uomo fino a farlo cadere a terra, inerme.

Ps Per saperne di più e approfondire l'argomento, si consiglia di vedere il bel film di Francesca Comencini "A casa nostra" con la collaborazione del giornalista scrittore Gianni Barbacetto.
Una pellicola che tratta uno spaccato ritratto crudele e reale di Milano al giorno d'oggi, dove buoni e cattivi vivono nella palude che galleggia sotto quelle nuvole a bassa pressione, che rimane triste e sola senza sole e senza pioggia.


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