martedì 7 dicembre 2010

La lotta alla mafia usata come manifesto elettorale

Poniamo un quesito ai nostri elettori. Vi ricordate quell'ondata spontanea di liberi cittadini, per lo più giovani, che attraverso manifestazioni civili e pubbliche facevano sentire la propria voce di indignazione e rabbia, sollecitando la partecpiazione civile e l'opinione pubblica a ribellarsi contro la n'drangheta calabrese, e che prendevano il nome de "I ragazzi di Locri"?
La loro protesta iniziò dopo che nella stessa città, durante i giorni in cui si tenevano le primarie per decidere la scelta del candidato alla guida del centro sinistra alle elezioni politiche del 2006, avvenne l'uccisione da parte della n'drangheta locale ai danni del Vice Presidente del Consiglio della Regione Calabria Francesco Fortugno, esponente de La Margherita.
Con lo slogan "E adesso ammazzateci tutti", questi ragazzi, stanchi della presenza di questo fenomeno criminale assiduamente presente nella città in cui vivevano, vennero appoggiati immediatamente da tutta la coalizione di centro sinistra che faceva capo, all'epoca, a Romano Prodi. Due di questi ragazzi parteciparono nel frattempo alla trasmissione scritta e condotta da Adriano Celentano Rockpolitik, andata in onda nell'autunno del 2005, in modo tale, visti gli ascolti che la trasmissione ebbe, di far espandere la loro voce di protesta per non rimanere più isolati.
Una volta portato a termine il successo e la vittoria elettorale, Romano Prodi e i suoi dimenticarono totalmente il movimento, e non solo, al Ministero di Grazia e Giustizia venne insediato Clemente Mastella, al quale, si è avuta ennesima conferma, non sta a cuore il problema della giustizia in Italia, ma solo il ruolo fondamentale di pretese e ricatti che con il suo partito, l'Udeur, che raccoglieva non più del 2% dell'elettorato, minava le scelte dell'esecutivo cui faceva parte. Romano Prodi sapeva a cosa andava incontro per quella nomina e sbagliò in partenza a raccogliere in coalizione Mastella fin dall'inizio, e avrebbe quantomeno dovuto rischiare e correre alle elezioni senza il suo appoggio.
Quel ministero chiave, che assieme agli interni rappresentano la lotta alle mafie, non sono mai stati assegnati a uomini che della lotta alla mafia, della voglia legalità e dell'anticorruzione, hanno fatto il cavallo di battaglia della propria vita sia umana che professionale.
Durante il primo governo Prodi, al ministero della giustizia sedeva Gianni Maria Flick, il quale scavalcò la giustizia costringendola e riuscendoci pienamente, a formulare un nuovo processo nei confronti di Eric Priebke (ex ufficiale nazista responsabile nel 1944 della strage alle fosse ardeatine a Roma) il cui reato venne prescritto. L'ex ministro in questione, fu obbligatoriamente sollecitato dalle comunità ebraiche più fanatiche, con ausilio degli Stati Uniti d'America, a spodestare l'autonomo potere giudiziario scritto sulla Carta Costituzionale, e riformulare un altro processo che condannò agli arresti l'x ufficiale, oggi ultra novantenne.
La lotta alla mafia, prima della caduta del muro di Berlino, nel nostro paese è sempre stata un ostacolo, visto che grazie ad essa, gli americani poterono sbarcare in Sicilia nel 1944, e questi vedevano in loro un alleato utile per quanto riguardava il pericolo comunista che all'epoca incombeva in Italia.
Oggi però, tutto questo è inverosimile dato che questi "pericoli" sono praticamente inesistenti se non nulli, e l'unica cosa che ci lega alla superpotenza è l'appartenenza alla Nato, che indubbiamente ha il suo peso, visto che sotto il governo D'Alema abbiamo bombardato il Kossovo dopo che l'Onu si era proclamata negativamente, e Romano Prodi nel 2006 approvò l'installazione di una base militare americana a Vicenza, contro il parere dei cittadini.
La mia domanda è la seguente: "come può un elettore del centro sinistra cui la lotta alla mafia sta a cuore, potersi ancora fidare degli stesi uomini che anziché combatterla, facevano leggi che in fin della fiera l'hanno solo avvantaggiata, approvando inoltre delle leggi che si riallacciavano addirittra al famoso papello di Totò Riina?".
Nel frattempo, dei ragazzi di Locri non si sente più parlare, sono stati usati e poi lasciati lì in mezzo a un clima di guerra che combattono in solitario ogni giorno. Sono stati bombardati di promesse solo per agguantare voti e preferenze. Proprio per questo, in memoria di ciò, verrebbe da dire che è giunta l'ora che tutti i partiti attuali, senza esclusione di nessuno, spariscano dalla scena politica, per dare vita a liste civiche, senza essere di destra o sinistra, con facce e obiettivi nuovi, composte dalla società civile, che si sieda sui banchi del Parlamento e si dia da fare, scalzando una volta per tutti questi "Brutti, sporchi e cattivi" che sono la classe dirigente che da oltre vent'anni ci soccombe attraverso i ricatti che loro stessi ricevono a causa dei loro sporchi affari e compromessi. Il fenomeno mafioso è un problema, e serio, e se non vogliono né possono combatterlo, spariscano una volta per tutte non solo dai banchi del Parlamento, ma dalla televisione, dove le loro facce rappresentano lo sberleffo sull'intera popolazione onesta e civile lontana anni luce da loro.

Nessun commento:

Posta un commento