martedì 30 novembre 2010

Lega Nord: l'occasione mancata

                                                 
                                            
Vedo nella Lega Nord e nel suo leader Umberto Bossi la delusione di un cittadino che vedeva in essa la promessa futura per la costruzione di un paese più giusto dal punto di vista etico e istituzionale. Durante gli anni di tangentopoli, nonostante avessi poco più di dieci anni, ero stanco di vedere le solite facce di alcuni politici: Craxi, De Mita, De Michelis su tutti. Osservare come quel movimento di nicchia sostenesse i magistrati dell'inchiesta dava fiducia alquanta nei loro confronti. Lo dimostra il fatto che alle elezioni amministrative del 1993, venne eletto come sindaco di Milano Marco Formentini, sostenuto dalla Lega, contro Nando Dalla Chiesa, persona onesta e che stimo personalmente. Questo perché Dalla Chiesa era sostenuto da una coalizione composta da partiti quali da PDS, Rifondazione Comunista, Psi, Verdi e La Rete. I primi tre rappresentavano il potere che aveva dominato l'Italia e Milano per anni, intascando dal 1985 in poi le tangenti assieme alla Democrazia Crsistiana, perciò alla fine della fiera risultava sempre la solita minestra, mentre La Lega era una sorta di speranza osservata con buon auspicio dalla maggior parte degli elettori del paese e di Milano stessa. Rappresentava la stanchezza e la voglia di rompere col vecchio sistema corrotto, a discapito di una politica sana e pulita. Col loro linguaggio terra terra ma di sostanza, i leghisti, reincarnavano il disagio di un'intera popolazione nei confronti di una classe dirigente che aveva condotto il paese alla deriva. Era un partito principalmente socialista nella sostanza, in cui spiccava tra i suoi obbiettivi quella sorta di giustizia sociale da attuare nei confronti dei cittadini tutti. Era difensitrice a spada tratta dei giudici che indagavano su corruzione e mafia, solo che alle elezioni del 1994 decise di appoggiare la coalizione guidata dalla new entry Silvio Berlusconi che vinse, ma dopo soli sette mesi in virtù di disaccordi tra costui e il segretario leghista gli accordi si ruppero. Bossi decise di togliere il suo partito dal sostegno al governo con un discorso bellissimo che tenne alla Camera dei Deputati in cui difese la Costituzione italiana e le leggi del paese. In quegli anni il Senatur attuò una campagna a favore di mettere luce sui flussi di denaro che fecero nascere la fininvest, denaro, si diceva, proveniente da Cosa Nostra. Assieme al quotidiano di partito, La Padania, Bossi e i suoi condussero una forte battaglia contro il berlusconismo e il sistema partitocratico senza pari. Contemporaneamente presero le distanze da colui che era considerato l'ideologo del movimento, ossia il professor Giangranco Miglio (per poi tornare oggi a celebrarlo dedicandogli persino la famosa scuola di Adro) che voleva trasmormare l'italia in tre macro regioni e legalizzare la mafia al sud (un'idea aberrante e scandalosa). Alle elezioni politiche del '96 corse da sola, e raggiunse il suo miglior risulato mai eguagliato fino ad ora, il 10%.
Dopo due anni però, decise di interrompere quelle battaglie e tornare ad allearsi con Berlusconi e la Casa delle libertà, per riuscire ad attuare ciò per cui sono pronti ad allearsi con chiunque: il federalismo, divennendo tutt'ora l'alleato più fedele a Berlusconi e il suo Pdl.
E' davvero un peccato che nel frattempo abbiano abbracciato idee quali la secessione, poi per foruna accantonata, ma rimane il fatto che da movimento no global per eccellenza, per la giustizia e la legalità , La Lega, sia divenuto un partito di governo a tutti gli effetti, abbracciando la poltrona tenendola ben salda.
Personalmente non ho mai apprezzato il sentimento eccessivamente razzista di alcuni esponenti del partito stesso (anche se quegli interventi erano più che altro un modo per fare spettacolo durante le feste di Pontida).
Dispiace anche che gli elettori del movimento siano mutati col tempo, se prima erano sostenuti da una consistente parte civile di questi, oggi sono sponsorizzati da un ceto di elettorato medio borghese
pacchiano e semianalfabeta per la maggiore, che critica gli extracomuntari in pubblico, mentre in privato li mette a lavorare in nero nelle propie "fabbrichette" per diminuire i costi della manodopera.
E' davvero un peccato che La Lega si sia lasciata andare così malamente, poteva diventare una forza civile assieme a La Rete, ed espandersi su tutto il territorio nazionale sposando la causa a sostegno dei lavoratori e dei cittadini oppressi. Da uomini come Roberto Maroni, che prese le difese del giudice Gian Carlo Caselli, quando costui fu vittima di un'ondata denigratoria di offfese personali, e Umberto Bossi, che vede in Giacomo Matteotti uno dei più grandi statisti d'Italia, ci si aspettava qualcosa di più, e lasciano l'amaro i bocca per una buona occasione mancata.


clicca qui sotto e ascolta cosa diceva un tempo Umberto Bossi

2 commenti:

  1. Se è all'opposizione ed è in solitaria a che serve? a nessuno. Anche se ha preso il 10%, alla fine era un voto inutile, visto che grazie alla divisione nella destra, ha vinto la sinistra. Nessun partito ad oggi corre da solo. I partiti solitari, son elogiati, ma a conti fatti inutili... i partiti col 10% non cambiano le cose. Poi a tutt'oggi la Lega è al 12-14 %, quindi la sua nuova politica paga, ha provato ad allearsi con Berlusconi ed è scesa al 4% nel 2001. Si son alleati con il sud, MPA, e son rimasti su quella percentuale. Si son alleati con Berlusconi, scegliendo una coalizione di soli 2 partiti, e ciò li ha premiati arrivando all'8%. Alle Europee son arrivati al 10%, alle regionali hanno piazzato 2 governatori. Ciò che dimostra che l'alleanza paga, peccato sia dovuti scendere a patti con Berlusconi, votando le sue leggi. In fin dei conti con chi si potevano alleare se non con Berlusconi, visto che con Casini e Fini ci son sempre attriti, dopotutto questi due prendono voti per lo più al sud. Lasciamo perdere i partiti di sinistra, quindi o alleanza con Berlusconi, o un perenne esilio all'opposizione, lasciando campo libero alla sinistra.

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  2. Gentile lettore, innanzitutto la ringraziamo per il commento che ci ha postato.
    Il senso dell'articolo era non tanto incentrato sulle percentuali, quanto sul disperdersi nel tempo dei concetti etici su cui la Lega stessa era nata. Ritengo comunque che anche una consistente percentuale di opposizione sia importante nel nostro paese. Un'opposizione seria e non quasi sempre taciturna, come quella odierna, è una voce che dir si voglia da non sottovalutare. Per di più destra e sinistra non centrano, un governo può essere di qualsiasi schieramento, ma la cosa essenziale che interessa a noi è che faccia bene il suo dovere nei confronti dei cittadini.

    Grazie ancora, e quando vuole, ogni sua opinione in merito sarà come sempre ben accetta.
    Cordiali saluti
    LA REDAZIONE

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