domenica 21 novembre 2010

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello

Si dice che facessero ridere e che fossero simpatici. In realtà, come la maggior parte dei "comici" erano due persone estremamente tristi e sole, nella cui solitudine la morte li ha colti e separati a distanza di pochi mesi l'uno dall'altra.
Raimondo Vianello e Sandra Mondaini debuttarono in televisione in tempi remoti sulla Rai. I loro spettacoli d'intrattenimento, all'epoca della direzione generale di Ettore Bernabei, non erano affato maligni, né volgari, ma credo proprio educativi, il fatto poi che Vianello per anni abbia fatto coppia fissa, in anni di gavetta, con Ugo Tognazzi, gli ha giovato enormemente sul profilo personale.
Col passare degli anni cominciarono a presentare varietà in prima serata, prima di approdare all'allora Fininvest, cui presidente era Silvio Berlusconi. Col tempo la coppia, da Roma si trasferì a Milano, scegliendo di vivere nel quartiere "d'elite" Milano 2, nei pressi di Segrate (Mi). Questo, non deve avergli giovato dal punto di vista psicologico, dato che sempre più mostrarono di essersi montati la testa, e a vederli, si notava quanto stessero recitando la parte dei comici, quando invece era evidente e palese la loro tristezza e smarrimento negli gli occhi. Avere abbracciato il mito del berlusconismo, anzi esserne stati i semi da cui la pianta germoglia, li ha trasformati da genuini a snob, essendo caduti nel trappolone mediatico.
La fine della loro storia è un insieme di tristezza e malinconia, e vederli negli ultimi anni vecchi stanchi e malati mi muoveva un certo dispiacere, oltre che una sorta d'inquietudine. Dico questo perché nella vita, se si sbaglia quel poco che basta, si pagano determinate conseguenze, anche se in buona fede e involontariamente.
Con questo non voglio parlar male della coppia Mondaini-Vianello, ma credo proprio che il talento che avevano nel sangue sia stato solo in parte mostrato al pubblico, e quel poco é stato prosciugato e sfruttato "malamente".
Certo, sono loro i responsabli delle proprie scelte, ma se un tempo avessero scelto la strada meno battuta, le probabilità di condurre una vecchiaia un po' più serena sarebbero state maggiori.
A volte mi ricordano Ulisse con le sirene, solo che a differenza di lui, non si sono fatti legare a un palo per non cadere nella trappola correndo verso i loro suggestivi inviti. A volte, la precauzione non è mai troppa.
A futura memoria

1 commento:

  1. aoh George Orwell era un'ottimista. se vedesse come sò annate le cose per davero impallidirebbe e si chiuderebbe in sè stesso!!
    tacci loro

    RispondiElimina