giovedì 30 dicembre 2010

Nel cinema italiano

Gli attori italiani odierni sono quasi tutti delle macchiette, celebri più che altro per essere considerati dei sex symbol e personaggi da rotocalco. Di attori italiani contemporanei notevoli ce ne sono pochi, Valerio Mastandrea, Libero Di Rienzo, Luigi Lo Cascio, Elio Germano e Claudio Gioè (anche se non gli si da l'opportunità di svolgere ruoli da protagonista). Anche Gianmarco Tognazzi non recita male, ma potrebbe fare molto di più e gli si augura di poter migliorarsi col tempo, visto che non è mai troppo tardi.
Persone quali Raul Bova, Stefano Accorsi, Silvio Muccino, sono l'antitesi dell'interpretrazione, perché in ogni film che interpretano non sanno adottare una dizione decente in base al personaggio che interpretano, mostrando invece l'accento dei rispettivi luoghi in cui sono nati. L'aspetto fisico è un dato rilevante per un attore, ma questo non si deve ridurre al binomio bello/brutto, ma alla personalità dello stesso, che di conseguenza influenza il portamento e poi la tecnica da adottare durante la recitazione. Per fare un esempio, in Italia abbiamo avuto due grandi attrici che pur non bellissime dal punto di vista solo ed esclusivamente estetico, il modo di recitare, la voce e il portamento le rendeva belle e di conseguenza brave. Parlo di Anna Magnani e Laura Betti. Abbiamo avuto anche attrici belle esteticamente e brave allo stesso tempo come Virna Lisi e Silvana Mangano. Mentre oggi, abbiamo Maria Grazia Cucinotta, che non sa altro che interpretare la donna mediterranea che mostrando il prorompente decoltè fa impazzire lo spettatore, confondendo le forme con la bravura. Forse una famosa attrice brava e allo stesso tempo bella che è sulla scena italiana è Anita Caprioli, ma è molto poco, anche se meglio che niente.
Poi abbiamo i classici sinistroidi Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino e Sabrina Impacciatore, che col suo femminismo cerchiobottista vuol farsi vedere per quello che non è: una persona intelligente.
Merito di questo degrado cinematografico è l'assenza di registi e sceneggiatori validi. Se infatti un tempo avevamo Federico Fellini, oggi c'è Gabriele Muccino, se ieri c'era Sergio Leone oggi abbiamo Ferzan Ozpetek, se ieri avevamo la Mangano, oggi abbiamo Violante Placido, che non riesce nei suoi film a non mostrare il suo seno e altro ancora. La colpa o il merito di tutto questo va ricercato anche nelle case cinematografiche italiane, in particolare, la più grande e importante di tutte: Medusa film.
Quest'ultima (controllata dal gruppo Mediaset, ossia dal Cavalier Berlusconi) ha come Presidente Carlo Rossella, un uomo che di cinema capisce ben poco, visto che ha sempre dimostrato di sapersi solo interessare a feste e vestiti elegantemente firmati. Un uomo che dagli anni '70 militava tra le file del Pci nella corrente filosovietica guidata da Armando Cossutta, per poi passare tra quelle di Forza Italia, visto che essere comunista non era più una moda dopo il crollo del muro di Berlino. Se questo genere di uomini vengono collocati in posti chiave, è normale che col tempo si abbia una degenerazione culturale in qualsiasi capo, incluso quello cinematografico. Se un tempo avevamo il grande Dino De Laurentis come produttore è normale che venissero fuori gli Alberto Sordi, gli Ugo Tognazzi, i Gian Maria Volontè, i Vittorio Gassmann e i Marcello Mastroianni, e non come oggi l'Alessandro Gassmann della situazione, celebre solo per sapere mostrare i muscoli e nient'altro.
L'unico grande attore italiano, oggi cinquattenne, è Fabrizio Bentivoglio, che ha stile e sa interpretare diversi ruoli in diversi tipi di pellicole. Persona a cui non interessa il gossip, non ne ha bisogno, perché una volta che i riflettori si spengono e il pubblico lo applaude, va a letto tranquillo senza mostrare segni d'insofferente incapacità che compensa nello stare al centro dell'attenzione.
E' forse questa una delle cause che ha decretato il degrado del cinema italiano, mettere nei posti di comando del settore delle mezze macchiette che in questo modo assumono e fanno lavorare persone in base non certo al merito, perché un film è uno strumento di cultura e d'insegnamento, e se viene contaminato dalle mele marce offrirà un messaggio sempre più negativo allo spettatore, e infatti l'operazione sembra andare piuttosto bene.

2 commenti:

  1. Scusa non ho capito: hai definito "classico sinistroide" Pierfrancesco Favino. Bene, questa definizione cosa mi rappresenta? Un giudizio di merito sulle sue qualità di attore? Un'analisi sulle sue capacità interpretative?
    No perché se questo è il tuo metro di giudizio, io potrei tranquillamente affermare che tu come critico cinematografico e come blogger fai un tantino schifo. E con questo giudizio risulterei decisamente più professionale di te.

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  2. Sig/ra Palcalla,
    Siamo spiacenti che le nostre opinioni siano in completo disaccordo con le Sue. Non siamo dei crtitici cinematografici e neppure vogliamo cimentarci in questo, con i nostri articoli esprimiamo soltanto le nostre personali impressioni su alcuni avvenimenti.
    Viste le tante critiche che ha mosso nei nostri confronti, alle volte un po' eccessive, vi ricordiamo che il nostro blog non obbliga nessuno a leggere i nostri articoli, quindi, se dovesse nei prossimi giorni ritrovarsi di fronte a una pagina del nostro blog, può scegliere di chiudere la pagina internet in corso e di passare oltre.
    La Redazione

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