giovedì 2 dicembre 2010

La stessa faccia dell'oligarchia

Il Partito (poco) Democratico (alquanto) Burocratico
"nato dalla fusione delle ceneri di una quercia morente e di un fiore appassito"

E' nato dalla fretta, e fin da subito si è proclamato il nuovo partito di centro sinistra che si riallaccia all'europeismo riformatore, quando in realtà ai vertici della direzione nazionale siedono le solite facce note da vent'anni a questa parte. Molte parole per nulla che vogliono dire ben poco se non imbacuccare l'elettore con le solite promesse e parolone di circostanza.
Il Pd nacque nel 2007, principalmente dalla la fusione dei Ds e La Margherita, che una volta scioltesi, si unirono in un congresso nazionale che elesse Romano Prodi presidente del partito e Walter Veltroni alla segreteria nazionale. I partiti, in generale, non sono validi o non validi a seconda del simbolo che esprimono, dalla collocazione politica, e  dal programma d'ispirazione sempre carichi di ottime proposte in merito al miglioramento del paese. I partiti sono validi in base al criterio e al comportamento etico e professionale dei candidati rappresentanti cui l'elettore fa affidamento dando il suo voto alle urne.
Vale la pena quindi ricordare i Ds e La Margherita, sottolineando le iniziative intraprese negli ultimi anni di vita, prima d'imboccare la strada (si fa per dire) nuova.
I dirigenti del primo, a cominciare da Massimo d'Alema e Piero Fassino, rispettivamente presidente e segretario, ha celebrato la figura di Bettino Craxi inserendolo addirittura nel pantheon del nascente Partito Democratico a esclusione (e non si capisce il perché) di Enrico Berlinguer. Ha votato l'indulto assieme a La Margherita e sempre grazie alla sua dirigenza, nel 2000 fece chiudere i battenti al suo quotidiano storico, fondato nel 1924 da Antonio Gramsci, L'Unità, che controllava personalmente per poi mandarlo in fallimento. Tramite l'accordo di nuovi editori indipendenti, il giornale tornò in edicola l'anno successivo sotto la direzione di Furio Colombo che lo trasformò in un ottimo quotidiano indipendente dalla politica, e che ospitava diverse firme di noti personaggi della politica e della cultura italiana. Ma ai tanto democratici liberali Ds tutta questa autonomia che il neo direttore disponeva e gestiva in modo esemplare non piaceva, così dopo quattro anni di successi e di assidui lettori, la dirigenza stessa, con caparbietà, sotterfugi e mobbing, riuscì a far cedere Colombo costringendolo alle dimissioni spontane. Per fortuna però, per via di una mediazione, gli subentrò alla direzione il condirettore Antonio Padellaro che proseguì la linea editoriale del suo predecessore fino all'estate del 2008, quando sull'orlo di un nuovo fallimento, alla proprietà del quotidiano entrò Renato Soru, patron di Tiscali, ex Presidente della regione Sardegna in quota Ds prima, Pd oggi. Contemporaneamente il segretario dei democratici Walter Veltroni rilasciò una dichiarazione in cui auspicava che alla direzione de L'Unità subentrasse una donna. Una dichiarazione che fece scalpore e scavalcò l'autonomia stessa del giornale, ma che risultò un fatto concreto. Il nuovo editore di lì a poco licenziò Padellaro e lo sostituì con Concita De Gragorio, ex inviata de La repubblica, professionalmente una brava e libera professionista, ma che difatti, attraverso la sua nomina,  risultava quando evidente fosse il gesto tirannico dei vertici del partito nei confronti dell'indipendenza del giornale e del rispetto che i lettori di questo avevano nel direttore, nelle firme e nella
linea politica assunta.  
Da non scordare infiene che proprio i Ds auspicarono ad accellerare la fusione con La Margherita, visto che alcuni giudici, come Clementina Forleo in primis, cominciarono a indagare sulle ombre della scalata alla banca Anton Veneta in cui sia Fassino che D'Alema risultavano coinvolti tramite alcune intercettazioni telefoniche. Episodio che non vollero mai chiarire se non accusare il magistrato fino a farla trasferire dal tribunale di Milano a quello di Cremona attraverso esposti al CSM. Proprio per la paura che la magistratura scoprisse qualche azione poco pulita e che il partito Ds fosse costretto a sciogliersi a seguito di indagini giudiziarie, il percorso verso la nascita del Pd intraprese una corsa contro il tempo, e così fu.
Per quanto riguarda invece La Margherita, solo il fatto che una componente consistente all'interno di essa che si riallacciava al Partito popolare votò a favore del non procedere all'arresto, su richiesta della magistratura, di un signore oggi condannato in via definitiva con interdizione perenne dei pubblici uffici quali l'avvocato parlamentare (all'epoca di Forza Italia) Cesare Previti, è un fattore rilevante.
Da aggiungere che nel 2000, l'allora ministro degli interni Enzo Bianco, appartenente al gruppo della Margehrita, fu il responsabile principale degli scontri e delle violenze da parte della polizia contro i manifestanti che lanciavano il proprio messaggio di dissenso nei confronti del global forum che all'epoca si tenne a Napoli.
Da tutta questa classe dirigente è nato il Partito Democratico, il quale, non dimentichiamo, con una scusa banale liquidarono dalla candidatura alla segreteria cui si erano proposti Furio Colombo e Beppe Grillo in nome di facce nuove all'interno della dirigenza.
Come già ho avuto modo di dire, un partito politico non è importante che sia di destra o di sinistra, ma che all'interno di essi non vi sia una maggioranza di dirigenti incapaci e affaristi.
L'ultimo esempio che sottopongo è la palese avversione che codesti tengono nei confronti dell'attuale sindaco di Firenze Matteo Renzi, il quale si propone da tempo alla guida della coalizione di centro sinistra che fa tanto paura a loro. Lasciarlo lavorare e dargli occasione di dimostrare le sue potenziali capacità è un diritto che devono rispettare, facendosi da parte a favore di nuove iniziative che prendano uno sbocco diverso da quello precedente, dimostrando di aver già dato, troppo.
A futura memoria.

3 commenti:

  1. Guarda te lo commento volentieri questo articolo: il Pd è un partito e come tutti gli altri partiti ha costituito una joint venture con associazioni industriali, fondazioni, banche, media ed è complice nell'attuazione di questa specie nostrana di "golpe" che è stato fatto a discapito dei cittadini e dei lavoratori, sia dipendenti che piccoli artigiani che non sono in alcun modo tutelati nei loro primari interessi e sono ridotti al rango di sudditi oberati da debiti, tasse, multe e quantaltro.
    Concludo con "li mortacci loro"!!!!!

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  2. Caro FabioD tu hai ragione nel ribadire quel che hai appena scritto. Il Pd però, ponendosi come difensore dei deboli e degli emarginati, quando in realtà tratta col potere sottobanco tramte i suoi massimi dirigente, dimostra essere di fatto più spietato e pericoloso rispetto agli altri.
    Merito soprattutto della classe dirigente radiclal chic de sinistra, che hanno il portafoglio pieno pieno, vanno alle prime teatrali e cinematografiche, mangiano la novelle cucine al rstorante, e sono oligarchici e spietati più che un fascista dichiarato, che a differenza loro, merita tutto il mio rispetto per la schiettezza e il non nascondere le sue opinioni, idee e comportamenti.

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  3. Sono a livello nazionale imbazzicati con tutte le lobbyes, prevaricatori dell'oramai ex sovrano: Il popolo!! Svendono tutto quello che è pubblico obbedendo docilmente ai dogmi del libero mercato le cui politiche vengono definite in altre sedi. Sinistra???????? E' un'estrema destra camuffata. Diverso è il discorso a livello locale.

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